In che modo una gestione oculata dei debiti di filiera può influire sulle performance creditizie e dare respiro ai fornitori e allo sviluppo del business.
Dall’anticipo fattura al reverse factoring
1) Guardare oltre l’anticipo fattura
Facciamo chiarezza, cosa è l’anticipo fattura? Quando parliamo di anticipo fattura, non stiamo parlando di un acconto su una fattura emessa o della richiesta di pagamento anticipato tramite una fattura parziale, inviata prima che il lavoro sia portato a termine. Queste sono pratiche abbastanza diffuse, che rientrano nei liberi accordi commerciali tra privati.
Quando parliamo di anticipo fattura, facciamo riferimento a un tipo di affidamento che viene praticato da una banca a favore di un’impresa che vanta crediti verso la propria clientela. Grazie all’anticipo fatture, la banca anticipa una percentuale dei crediti (pari all’80%) all’azienda che sta attendendo il pagamento delle fatture emesse e che, in questo modo, può mantenere un certo equilibrio e andare avanti per un determinato periodo. La parte restante, ovvero il 20%, verrà versata al fornitore solo con a seguito dell’effettivo incasso della fattura da parte della banca. Rimane quindi sempre il rischio di un ritardato pagamento o dell’insoluto della fattura, che porta con sé l’obbligo di restituire quanto già anticipato dalla banca. Inoltre, la normativa bancaria prevede una limitazione alla concentrazione del rischio su singoli nominativi che generalmente non può superare il 25% di esposizione nei confronti dello stesso cliente. Ecco perché c’è bisogno di guardare oltre l’anticipo fattura.
2) Il factoring: soluzioni specifiche per problematiche ricorrenti
Il factoring tradizionale si basa su un rapporto continuativo in cui un fornitore che vanta dei crediti verso propri clienti si rivolge ad un soggetto specializzato, chiamato factor, con l’obbiettivo di cedere al factor tutti i suoi crediti, presenti e futuri, derivati o derivanti dalla propria attività nel minore tempo possibile. Anche in questo caso la percentuale anticipata è pari all’80%, mentre la differenza del 20% sarà corrisposta al fornitore solo dopo l’effettivo incasso della fattura da parte del factor.
A seconda della tipologia del contratto, il factor riceve un corrispettivo dimensionato in base alla serie di oneri e servizi (contabilizzazione, riscossione, recupero crediti) che si prende in carico. Questo prodotto arriva là dove l’anticipo fatture, ad esempio, non arriva, perché non è soggetto ai limiti di concentrazione del rischio o agli stringenti criteri di erogazione dei prestiti. Il factor analizza metriche diverse da altre forme di finanziamento tradizionale e fornisce anche la possibilità di ottenere un servizio di assicurazione del credito, mediante il quale il factor si fa carico dell’eventuale insolvenza del debitore ceduto.
3) Il reverse factoring, l’opzione dedicata al credito di filiera
Con il reverse factoring, si potenzia il ruolo del factor che, ricevendo l’incarico dalla società debitrice, si posiziona all’interno delle dinamiche di filiera, nel mezzo tra l’azienda capofila ed i suoi fornitori. Il factor si assume la responsabilità di coprire in tempi ragionevoli le fatture che i fornitori esigono, negoziando con loro uno sconto. Il reverse factoring è dunque una forma evoluta di credito di filiera e ciò che veramente cambia è il punto di contatto con l’azienda debitrice. Di solito è l’azienda capofila, o comunque una società più grande rispetto a quelle fornitrici che vantano i crediti verso di essa, che gode di una posizione privilegiata, più “forte”, e può utilizzare i propri rapporti bancari e la propria forza patrimoniale per coinvolgere il factor. Si tratta di un processo virtuoso: stante la solidità dell’impresa capo-filiera, il rischio connesso all’operazione è mitigato e il factor è di conseguenza in grado di offrire prezzi migliori. Il processo è dinamico. Nel tempo l’impresa capofila può coinvolgere nuovi fornitori e quindi includere nuove fatture da pagare a, senza mai perdere il controllo sul flusso complessivo delle transazioni.
4) Il reverse factoring in ambito digitale
Dall’intersezione tra factor e digital banking nasce il reverse factoring digitale. L’obbiettivo primario è quello di semplificare l’accesso al servizio e velocizzare le pratiche. Con il reverse factoring digitale, l’impresa capofila gestisce tutto da una piattaforma online: invia le proprie richieste di finanziabilità, riceve risposte in tempi rapidi sulle operazioni e sui costi, decide in completa autonomia quali fornitori e quali fatture includere e quali escludere. Nel medio-lungo periodo l’azienda si trova quindi alleggerita nel carico di lavoro a livello amministrativo, pur rimanendo vigile e attenta sulla situazione dei pagamenti verso i propri fornitori. In questo modo ne traggono giovamento nel complesso tutti i rapporti lungo la filiera.
5) Anticipo102, una soluzione evoluta di reverse factoring digitale
Con Anticipo102 vengono ulteriormente semplificati i processi del reverse factoring. L’operazione è veloce, la burocrazia azzerata, perché tutta la documentazione necessaria viene scambiata tramite pec e caricata sulla piattaforma digitale dedicata. E, soprattutto, entro 72 ore viene erogata la liquidità ai fornitori, pari al 100% del corrispettivo in fattura (iva compresa), al netto di un piccolo sconto commerciale, calcolato in base ad un algoritmo che ragiona sul tempo effettivo di anticipo del pagamento rispetto alla naturale scadenza. Il pagamento a titolo definitivo del corrispettivo del credito ceduto a Guber Banca viene fissato a un prezzo concordato, senza oscillazioni, escludendo ogni possibilità di regresso da parte di Guber.
Con il reverse factoring digitale di Anticipo102 l’impresa capofila ottiene una serie di vantaggi:
- Dilazione di pagamento delle fatture di minimo 30 giorni
- Alleggerimento della gestione amministrativa
- Miglior rapporto con i fornitori
- Maggiore garanzia per la supply chain