Costruire un edificio ex-novo oggi significa impattare negativamente sull’ambiente? La risposta a questa domanda sembra per molti ovvia: il settore dell’edilizia e delle costruzioni incide per il 30-40% delle emissioni totali di CO2 a livello globale.
La tecnologia odierna, unita alle vecchie conoscenze del mondo rurale, arriva però in aiuto di chi vuole costruire rispettando l’ambiente. Molte sono le soluzioni offerte in bioedilizia: fra queste la canapa unita alla calce è il metodo costruttivo carbon negative per eccellenza. Un mattone in canapa e calce, durante il suo processo di produzione, toglie dall’ambiente CO2 invece che immetterla. Ciò è possibile per due motivi: la pianta di canapa assorbe CO2 crescendo; i mattoni in canapa, una volta in posa, riescono a fissare fino a 60 kg di CO2 per metro quadrato (fonte studio Politecnico di Milano).
Mattoni di canapa e calce
Da molti considerato il materiale da costruzione del futuro, il mattone in canapa e calce sta riscuotendo sempre maggiore interesse. Soprattutto laddove è possibile produrre e realizzare i mattoni in canapa all’interno di una filiera, questa scelta risulta anche economica e massimamente rispettosa per l’ambiente.
La canapa nelle sue varietà tessili è una pianta in grado di produrre un’eccezionale biomassa. Inoltre, cresce circa cinquanta volte più velocemente del legno. Unendo la biomassa della canapa con uno dei materiali da costruzione più antichi e collaudati, la calce naturale, si ottengono mattoni di qualità. Per farvi capire di cosa stiamo parlando a livello d’impatto ambientale, vi basti sapere che la biomassa sufficiente per una piccola casa unifamiliare costruita con mattoni in canapa crescerà in soli cinque mesi su un ettaro di terreno.
Con la pressatura a freddo, i capecchi della canapa si vanno a fondere con la pietra calcarea naturale ed i minerali. Questo processo rende il materiale duro come la pietra e molto resistente agli agenti esterni. I mattoni di canapa e calce rendono un edificio molto longevo e gli conferiscono eccellenti proprietà termiche, tali da rendere superfluo un ulteriore isolamento.
Bioedilizia: un bell’esempio italiano
Anche in Italia si costruisce in modo virtuoso, valorizzando la filiera della canapa tessile. Succede in Puglia. Tra Cerignola e Bisceglie si coltiva la canapa, si estrae la biomassa, si realizzano i mattoni e sorgono le case: “Case di Luce”, un complesso di 42 appartamenti e “Case nel Verde”, un altro complesso di 24 appartamenti, interamente realizzati in bioedilizia con la canapa prodotta nelle vicine campagne.
Case di Luce è il complesso in bioedilizia più grande d’Europa. 42 alloggi distribuiti su cinque piani fuori terra ed un piano attico, basati su un sistema climatico passivo a serre solari. Le serre solari captano l’energia del solare e fungono da elemento di mediazione tra interno ed esterno. Un approccio che parte dal rispetto delle caratteristiche bioclimatiche locali, al fine di garantire il massimo contenimento dei bisogni energetici degli edifici.
Protagonista di questi interventi la ditta Pedone Working di Bisceglie, specializzata in costruzioni sostenibili. Pedone Working ha brevettato il Biomattone® di Natural Beton® realizzato in canapa e calce, un biocomposito naturale che riesce a risolvere sia l’isolamento termico che l’isolamento acustico regolando il tasso di umidità interna.
La filosofia di costruzione di Pedone Working, che sta dietro a questi progetti di edilizia all’avanguardia realizzati in Puglia, si racchiude nelle parole del filosofo spagnolo Josè Ortega y Gasset “Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso“.