Nei primi mesi del 2020, la prospettiva legata all’aumento dei dazi sulle importazioni americane, aveva fatto temere il peggio. Lo scorso marzo, agli inizi della pandemia, gli analisti avevano ipotizzato un calo dell’export italiano nel settore dell’agroalimentare. Lo scenario reale nel Q4 è per fortuna molto diverso: l’export dell’agroalimentare italiano è in crescita, e rappresenta la punta di diamante dell’eccellenza italiana. Secondo i dati del Monitor dei Distretti Agroalimentari di Intesa San Paolo, l’agroalimentare è cresciuto trainato nella crescita dalla filiera del vino, dell’ortofrutticolo, di carne, salumi, riso e latticini. Pur avendo affrontato profonde crisi a livello locale, come quella nel comparto dell’itticoltura.
L’Agroalimentare e il successo del Brand Italia: una ricerca americana
A volte lo diamo per scontato, ma non dobbiamo dimenticarci che l’Italia è associata al cibo per alcune ragioni precise. La cucina italiana è quella che maggiormente si è diffusa nel mondo. Tutt’oggi continua a diffondersi, grazie agli italiani emigrati e ai loro discendenti, autentici testimoni delle ricette, della materia prima, delle filiere dell’agroalimentare italiano.
Secondo uno studio condotto da Joel Waldfogel, economista dell’Università del Minnesota, quando si parla di cibo il brand Italia è il più conosciuto a livello globale. Utilizzando i dati di Euromonitor e TripAdvisor, lo studio analizza le abitudini relative al cibo consumato fuori casa. Nei 17 paesi per i quali Waldfogel è stato in grado di ottenere dati completi per il 2017, il cibo italiano ha rappresentato sempre una delle tre cucine più popolari. Ragionando in termini economici, si stima che l’Italia nel 2017 abbia esportato circa 176 miliardi di dollari della sua cucina nel resto del mondo. Staccando di oltre 60 miliardi la Cina, il cui export nell’agroalimentare per il 2017 si è fermato a 115 miliardi di dollari.
Agroalimentare Italiano: i Prodotti in Crescita nel 2020
Guardando ai dati della Camera di Commercio Italiana in Cina, nei primi sei mesi del 2020 le esportazioni di prodotti dell’agricoltura italiana in Cina sono cresciute di oltre il 70% rispetto allo stesso periodo del 2019. Gianpaolo Bruno, direttore dell’ICE, dice “l’Import cinese è in crescita – al momento siamo a 13 miliardi di dollari complessivi, con l’Italia che cresce del 20%, 26 milioni di dollari venduti in Cina proprio nel settore dei prodotti freschi”, per il 98% kiwi, poi arance, limoni, nocciole e altri prodotti della campagna italiana.
Agroalimentare italiano, Crescita trainata dal Vino Siciliano e
Allargando lo sguardo alle esportazioni italiane a livello globale, andiamo a evidenziare alcuni dati emersi dall’ultimo report (luglio 2020) della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Nel Q1 2020 l’agroalimentare italiano ha esportato 5,1 miliardi di euro di prodotti, +9,3% rispetto al Q1 2019. Il grande protagonista di questa crescita è il vino italiano, che è cresciuto di 1,3 miliardi di euro. La maggiore crescita si è registrata nel distretto della Sicilia occidentale, che chiude con 40 milioni di euro (+34%).
Un dato interessante che proviene dalla ricerca di Intesa Sanpaolo sui distretti produttivi dell’agroalimentare riguarda l’export di pasta e dolci. In crescita di 1 miliardo di euro, con un incremento del 27,6% rispetto al Q1 2019. A trainare le esportazioni italiane più golose ci sono i dolci di Alba e di Cuneo, e il distretto di caffè, confetti e cioccolato di Torino. I dolci torinesi 60% di crescita nel trimestre con oltre 200 milioni di esportazioni, 75 milioni in più rispetto al primo trimestre del 2020. Si comportano bene anche carne e salumi (+10,1% ) e riso (+12,3%). Da citare infine la crescita registrata nella filiera delle conserve (+5%), nel lattiero-caseario (+4,6%) e nelle filiere dell’olio (+3,6%).
A chi piace l’Agroalimentare italiano
Infine i dati di Monitor – Intesa Sanpaolo ci dicono quali sono i principali clienti del made in Italy agroalimentare: il mercato tedesco (+11,5%) ha rappresentato la prima destinazione dei prodotti dell’agroalimentare italiano nel primo trimestre di quest’anno, ma è cresciuto del 20% anche l’import francese dei prodotti agricoli italiani. Giapponesi, inglesi e statunitensi seguono a ruota.