Fondo Competitività Filiera Agricola: come Accedere alle Risorse

Nell’ultimo periodo il fatturato di molte aziende che operano in ambito agro-alimentare è cresciuto e al contempo l’intero settore si è trovato di fronte a nuove difficoltà e nuove sfide. Il reperimento di manodopera stagionale, ma soprattutto le numerose criticità connesse ai cambiamenti climatici, sono fra queste. Siccità, alluvioni, tempeste e grandinate sono ormai all’ordine del giorno. Quelli che una volta erano considerati eventi atmosferici eccezionali, sono oggi il triste epilogo per molti imprenditori agricoli. Aumenta dunque il rischio per l’agricoltura e, di pari passo, dovrebbe aumentare lo sforzo che parte dalle istituzioni europee e arriva fino al nostro governo centrale, per proteggere questo comparto, così strategicamente importante per il sistema Italia. Un settore intrinsecamente collegato a quello della trasformazione alimentare, vero e proprio motore dell’export italiano anche in questi tempi di crisi.

Agricoltura: il Fondo per la Competitività guarda alle Filiere Agricole

Segnali di cambiamento nell’erogazione dei contributi al settore agricolo arrivano proprio dalla Legge di bilancio 2020 e dal decreto ministeriale 3432/2020 del 3 aprile 2020. Nel fondo per la competitività destinato alle filiere agricole ci sono 15 milioni di euro per il 2020 e 14,5 milioni per il 2021. Ma cosa significa questo focus sulla filiera agricola? Per salvaguardare alcune produzioni più strategiche, il Ministero delle Politiche Agricole ha spalmato i contributi privilegiando filiere ritenute strategiche, privilegiando quelle imprese che possono sottoscrivere contratti di filiera. Stiamo parlando di imprese operanti tramite cooperative, consorzi agrari, organizzazioni di produttori o semplicemente imprese agricole che hanno contratti di filiera triennali con imprese di trasformazione e/o commercializzazione.

I Contratti di Filiera nell’Agroalimentare

I contratti di filiera, introdotti nel 2003, oggi sono essenziali. Vedono protagonisti i soggetti a capo della filiera agroalimentare da una parte e il Ministero dall’altra. Di concerto, dopo aver analizzato le criticità, vengono avviati investimenti lungo tutta la filiera, su tutto il territorio nazionale. Grazie a questa tipologia d’intervento si va a incidere più in profondità. I contributi infatti sono rivolti a più professionalità lungo la filiera, in modo da salvaguardarla sotto molteplici aspetti. È proprio questo il senso dei contratti di filiera: il focus principale è sui contadini, sulle imprese responsabili della produzione di materie prime di qualità, ma insieme all’imprenditore agricolo si va a salvaguardare chi, lungo quella stessa filiera, crea valore. Le varie fasi di trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari sono considerate altrettanto importanti. D’altronde, abbiamo visto cosa è successo durante il lockdown. Alcune produzioni destinate alla ristorazione sono andate invendute proprio per l’incapacità delle filiere di dimostrarsi resilienti, ridestinando la produzione verso altri mercati. Ma, per farlo, oltre alle buone idee, c’è bisogno di fondi. E la normativa europea ha previsto diverse tipologie di investimenti.

Quali sono i Finanziamenti Ammissibili per le Filiere Agricole?

Il bando del MIPAAF – il Fondo per la competitività delle filiere agricole prevede che vengano finanziati progetti con un volume d’investimenti compreso nel range da 4 a 50 milioni di euro. Molto interessanti anche le tipologie di spesa ammissibili:

  • investimenti per la produzione primaria;
  • investimenti per la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli;
  • investimenti per la promozione e la pubblicità di prodotti di qualità certificata o biologici;
  • investimenti in ricerca e sperimentazione.

Dell’erogazione dei fondi si occupa l’AGEA, che lo scorso luglio ha fornito le istruzioni operative (circolare n°61 del 2 luglio 2020) per l’accesso ai fondi destinati al comparto primario, al fine di garantire “continuità ed efficienza nelle attività economiche, contenendo gli effetti negativi sulla produzione”.

Stabilizzare i Rapporti tra Agricoltori e Trasformatori

In particolare l’AGEA interviene per armonizzare lo stanziamento pubblico volto a stabilizzare i rapporti tra agricoltori e trasformatori. Questo modello non è una novità, era già stato applicato ad un settore fondamentale nello scenario italiano, quello del grano duro. Oggi viene allargato al granoturco, alle proteine vegetali (legumi e soia), alle carni ovine e al latte di bufala. L’obiettivo è quello di:

  • incentivare la competitività del settore agricolo e agroalimentare;
  • incentivare lo sviluppo e gli investimenti delle filiere;
  • valorizzare i contratti di filiera nel comparto maidicolo e delle proteine vegetali (legumi e soia);
  • aumentare la capacità di auto-approvvigionamento, così da garantire scorte che consentano di affrontare situazioni di crisi.

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