Ormai anche in Italia il termine “supply chain finance” è divenuto di uso comune tra addetti ai lavori e giornalisti. Ma di cosa si parla, esattamente?
Oggi quello di “finanza di filiera” è un concetto che raggruppa al suo interno l’insieme di processi commerciali e finanziari di filiera basati sulla tecnologia. In questo modo, si riducono i costi e si punta a migliorare l’efficienza di tutte le parti coinvolte nei processi di produzione, consegna e creazione di valore.
Le basi della Supply Chain Finance
In termini generali, la supply chain finance è quell’insieme di attività messe in campo per finanziare il capitale circolante, sostenendo l’economia nazionale proprio a partire dai suoi ‘snodi’: quei punti nevralgici ad altà densità produttiva, denominati appunto filiere. Intorno alle filiere si produce ricchezza e si crea lavoro, per questa ragione in momenti di crisi è bene che siano messe finanziariamente in sicurezza.
In Italia si è cominciato a parlare con maggiore frequenza di SCF – Supply Chain Finance con la crisi finanziaria dal 2008. Poi, con la pandemia e la guerra, che mette a rischio le forniture di materie prime ed energia, la finanza di filiera è divenuta uno strumento essenziale per la sopravvivenza stessa delle PMI italiane, soprattutto nel settore manifatturiero. Garantire capitale circolante significa poter coprire crediti commerciali e assicurare scorte per mantenere attiva la produzione e la filiera logistica.
Come funziona la Supply Chain Finance?
Cosa s’intende per SCF a livello di attori e relazioni? Dobbiamo anzitutto considerare lo scenario a livello di relazioni tra imprese. In una filiera, ciascuna impresa possiede uno specifico livello, un ruolo che ricopre all’interno della supply chain. In questo sistema ci sono delle regole di base che devono essere rispettate per garantire un corretto funzionamento del sistema dei flussi.
Un esempio? Gli scambi commerciali funzionano meglio quando l’acquirente ha un rating creditizio migliore rispetto al venditore, riuscendo quindi ad accedere al capitale a un costo inferiore.
Qual è la differenza tra supply chain finance e factoring?
Il factoring fa parte della grande famiglia della Supply Chain Finance. Nel factoring, un fornitore vende i propri crediti a sconto a una terza parte chiamata factor per ottenerne il pagamento anticipato. Nella supply chain finance la soluzione di finanziamento è avviata dall’acquirente, che accetta di pagare una fattura in anticipo a fronte di uno sconto.
Nel caso del factoring, la banca o l’istituto finanziario che fanno da factor decidono di assumersi il rischio del mancato pagamento in cambio dell’anticipo di una parte o dell’intero valore del credito.
Nelle economie di filiera la logica della SCF trova realizzazione con il reverse factoring, in cui le fatture che il factor anticipa sono quelle dei fornitori, che vengono saldate prima della scadenza. Naturalmente l’anticipo delle fatture ha un piccolo costo per i fornitori, misurato sulla base del debito mediato tra il loro e quello del cliente.
In questo modo le imprese capofila possono muoversi su un terreno più stabile, avendo l’opportunità di creare valore per l’intera filiera.
Supply Chain Finance in Italia. I dati del 2021
Stando ai dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2021 il giro d’affari della Supply Chain Finance in Italia è cresciuto di un +5%, toccando circa 121 miliardi di euro (ma il giro d’affari complessivo stimato, potrebbe attestarsi fra i 457 e i 495 miliardi). Gli analisti della School of Management del Politecnico hanno individuato i seguenti trend di crescita rispetto al 2020:
- Factoring / +5%, per un valore di 57,4 miliardi di euro
- Invoice Trading / +7%, per un totale di 0,3 miliardi di euro
- Reverse Factoring / +14% sul 2020, per un totale di 7,2 miliardi di euro
- Purchase Order Finance / +21%, per un totale di 1 miliardo di euro
- Carta di credito / +23%, per un totale di 2,3 miliardi di euro
- Confirming / +58%, per un totale di 1,2 miliardi di euro
- Dynamic Discounting / +200%, per un totale di 0,3 miliardi di euro
Stando ai dati, si evince come il focus della Supply Chain Finance non sia solo sulle imprese, ma su tutti gli attori coinvolti. Banche, fornitori di soluzioni di Business Integration, Associazioni di categoria e di imprese sono chiamati a fare la loro parte sul versante delle piattaforme e delle soluzioni tecnologiche adottate.
In questo modo i benefici della Supply Chain Finance, partendo dal capitale circolante, si riverseranno nei processi lungo la filiera: maggiore efficienza e stabilità nei rapporti finanziari aprono infatti a nuove opportunità di business legate alla digitalizzazione dei processi e a un incremento della fiducia nei propri partner industriali.